Come l’immaginario filmico si fonde nei racconti fantastici delle terre e delle acque nel nostro territorio
Il filmato “Eridanea, i miti sulle acque del basso Po” ha un preludio storico, delle ipotesi certe da cui partire. Si tratta di due filmati dell’Istituto Luce realizzati per i cinegiornali. Il primo è datato 21 dicembre 1938: il Luce rese nota la scoperta di una necropoli pre-romana nella zona archeologica di Adria, individuata durante i lavori di nuova inalveazione del Canal Bianco a sud della cittadina. I lavori intercettarono la grande necropoli che si estendeva al di là dei confini meridionali della città antica e condussero alla scoperta e al recupero di più di 400 tombe di età preromana e di età romana. Altri scavi chiarirono che il reale sviluppo della necropoli andava dalla zona del Retratto presso l'Ospedale Civile fino alle località Bettola e Piantamelon, verso Bottrighe. Le tombe etrusche erano, salvo rarissime eccezioni, a inumazione, mentre le tombe romane erano, invece, a incinerazione. L'ossario era deposto in terra, in una cassetta o sotto una mezza anfora segata, insieme a un corredo di oggetti personali, portaprofumi e vasellami, tra i quali spiccavano i vetri, molti dei quali di ottima qualità. Furono pure recuperati numerosi monumenti funerari iscritti,
rappresentati da semplici stele recanti i nomi dei defunti. Oltre alla funzione culturale dell'argomento trattato nel servizio Luce, che elevava la terra polesana, le immagini sottolinearono l’importanza dei tesori ritrovati. Per rendere più appetibile un argomento non certamente brillante, inoltre, furono inserite delle curiosità: «Secondo le costumanze dei tempi, i cavalli preferiti venivano uccisi e sepolti insieme al defunto». Il secondo filmato risale al 12 agosto 1954 e si riferisce alla scoperta di una necropoli nella zona di Spina, nei pressi di Comacchio, e illustra il lavoro degli archeologi. In seguito, nel 1961 fu inaugurato il Museo Archeologico di Adria che conserva reperti provenienti dalle aree archeologiche di epoca preromana (soprattutto testimonianze del primo emporio greco e della conseguente città etrusca) e romana scoperte nei dintorni della città; mentre dal 1935 il Museo archeologico nazionale di Ferrara espone diversi manufatti provenienti dagli scavi della città etrusca di Spina, fiorita tra il VI e il III secolo a.C.
A questo punto partono i titoli di testa e il filmato inizia a descrivere il progetto Eridanea attraverso immagini del delta del Po in cui la contemporaneità è assente e le parole della voce off: “ Alla base del progetto ERIDANEA, c’è un aspetto archelogico e uno di divulgazione letteraria. Dalla ricerca emerge che la regione della foce del Po in tempi antichi era ricca di condizioni per gli insediamenti favoriti dalla natura stessa dei luoghi adatta ai porti (Brondolo, Adria, Spina, Ravenna) rendendo possibili i collegamenti via fiume, tra l’Adriatico e il Tirreno. Dallo studio delle fonti storiche e letterarie si desume che questi luoghi erano al centro di attività produttive e commerciali ed introdotti in rotte europee e mediterranee. Ipotesi sostenuta dai tre miti che maggiormente hanno sostenuto lo sviluppo insediativo di diverse comunità “greche” e con l’affermarsi dell’Ellenismo Padano, argomento di estrema attualità. Questo è il tema del nostro racconto”…
La terza parte del filmato racconta dei frammenti delle tre storie scritte da Sergio Gnudi e da Sergio Altafini adattate ad audiolibro. La prima racconta di quando Fetonte incendiò il cielo e la terra in una fuga pirotecnica dal padre, ma sul Po Eridano scivolò lasciando le briglie dei cavalli imbizzarriti. L’audio è tratto dall’audiolibro originale mentre le immagini raccontano, a volte in maniera didascalica, altre ricercando un racconto visivo basato sull’emotività della narrazione, il frammento di lettura. Con lo stesso criterio seguono altri due brani, uno che narra di Dedalo che saluta Athinas dopo un lungo giorno di memoria e si avviano entrambi chiusi nei loro pensieri, poi Dedalo continua a narrare la sua storia, la sua fuga in Sicilia inseguito da Minosse e racconta dell’accoglienza generosa dei suoi abitanti; e l’altro, relativo agli Argonauti, che racconta di Medea che si sente responsabile delle disgrazie dell’avventura, ma si sente anche partecipe del futuro suo e di Giasone. Molti degli eroi sono nemici ormai, perché ha fatto azioni turpi per il compagno.
È un film da vedere e ascoltare che sfrutta al massimo le potenzialità del linguaggio cinematografico.